UN FINE SETTIMANA NELL’ ALTA MAREMMA

Bolgheri e dintorni.

Chi arriva in questo tratto di costa toscana si accorge di entrare in un territorio profondamente legato alla terra, contadino, che parafrasando Curzio Malaparte, non vuol dire soltanto zappare, arare, seminare, potare o vendemmiare: “vuol dire sopra tutto saper mescolare le zolle alle nuvole, far tutt’una cosa del cielo e della terra”.
Bolgheri è conosciuta in tutto il mondo grazie ai suoi vini leggendari da anni ai vertici delle più prestigiose classifiche internazionali. Ma questo territorio non offre soltanto visite esclusive a meravigliose cantine, e allora il turista slow ma anche gli abitanti di questo territorio forse non sanno che …

Il viale dei cipressi


Il ‘viale dei cipressi’ di carducciana memoria è inserito stabilmente tra le strade più belle d’Italia, con i suoi 5 km di rettilineo, collega l’Oratorio di San Guido al centro di Bolgheri, ombreggiata da entrambi i lati da circa 2540 maestosi cipressi.

Alla fine del viale ci attende il Castello di Bolgheri, del 1500, da sempre di proprietà della famiglia dei Conti della Gherardesca, come si evince dallo stemma familiare posto sopra l’arco, venne modificato nel 1895 con la realizzazione della torre e delle fasce merlate, così come appaiono oggi.
L’Oratorio di San Guido invece fa parte dell’omonima Tenuta insieme a Castiglioncello di Bolgheri, collocato in quell’’anfiteatro bolgherese’ che la natura e l’uomo hanno realizzato insieme: una pianura bonificata con attorno le dolci colline maremmane.
Pochi, però, i fortunati che possono visitare questo ameno edificio fortificato, perché solo una volta l’anno viene aperto al pubblico, in occasione della festa della Madonna del Carmine.
La tenuta di Castiglioncello è circondata da una natura pressoché incontaminata, dove ha visto la prima cantina quel SASSICAIA, prodotto nelle vigne appena sottostanti e diventato uno dei vini più famosi al mondo.

Questo ‘supertuscan’ è il risultato del sogno del Marchese Mario Incisa della Rocchetta di cui tutti gli appassionati di grandi vini ne conoscono la storia, meno nota invece è un’altra invenzione del ‘padre’ del Sassicaia. Infatti proseguendo in direzione del mare troviamo l’OASI DI BOLGHERI.

L’Oasi faunistica di Bolgheri.

Il Marchese ebbe la sua seconda intuizione nel 1959 quando trasformò la sua riserva di caccia nella prima oasi faunistica privata in Italia. Nel 1984 Fulco Pratesi, storico presidente del WWF scrisse: “In principio fu Bolgheri. Poi venne il WWF Italia”.

La storia della conservazione naturalistica italiana ebbe il suo ‘Anno 0’ a Bolgheri, poi nel 1966 nacque il WWF in Italia, su impulso sempre di Mario Incisa della Rocchetta, di cui ne fu il primo presidente. L’Oasi offre una scenografia autentica fatta di 520 ettari sopraffatti dalla natura, un tratto della costa dell’Alta Maremma che custodisce ancora l’aspetto originario.

A Marina di Castagneto Carducci in località Pianetti, troviamo un’altra curiosità legata alla famiglia della Gherardesca. In uno dei tratti di costa più belli e incontaminati d’Italia, è possibile ammirare Villa Emilia e Villa Margherita, fatte costruire negli anni ’20 direttamente sul mare dal Conte Gaddo della Gherardesca come residenza estiva della famiglia.

Il Cantiere Navale.

Accanto alle ville, troviamo quello che fu il ‘Cantiere Navale‘ del conte Gaddo, dove si costruivano barche da canottaggio in legno che dagli anni ’50 cominciarono a vincere negli Stati Uniti, in Australia, in Nuova Zelanda e in Gran Bretagna.
Lì il conte Gaddo fu il primo in Italia a realizzare il catamarano a vela da diporto, con la collaborazione di Rudy Choy, architetto hawaiano.

Ambrogio Fogar fece il giro del mondo con un catamarano costruito nel Cantiere di Donoratico. Adesso è un complesso alberghiero e residenziale chiamato CANTIERE NAVALE DONORATICO CA.NA.DO. CLUB (4 stelle)
Dunque un territorio ricco di storie e di suggestioni, che ha molto da offrire, infatti il territorio è ideale anche per il cicloturism e per lunghe passeggiate a cavallo.

Sul litorale sono presenti numerose strutture dove praticare sport marini come la pesca subacquea, la vela e il windsurf, in un tratto di costa pressoché selvaggio, con pochi stabilimenti balneari e una foltissima pineta alle spalle, che da anni ottiene il riconoscimento della Bandiera Blu della Unione Europea per la qualità delle acque marine, dell’ambiente e dell’accoglienza.

di Redazione thePLAYERS Magazine

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