Jean-Paul Belmondo – “Le Magnifique”
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Un vagito si è levato verso il cielo all’inizio di questa estate fiorentina, per affermare tutta la sua vitalità, tutta la voglia di esistere, di ripartire: è stato il grido che si è levato dalla Fortezza da Basso, dalla Fiera Pitti Immagine Uomo, edizione numero 100, per riaffermare con forza la propria essenza, la propria voglia di futuro!
Pitti Uomo ha ripreso la sua marcia. Edizione molto strana questa, probabilmente la più dura, la più difficile, con presenze neanche paragonabili alle ultime edizioni in presenza; ma allo stesso tempo e paradossalmente, una manifestazione gioiosa, piena di aspettative per il futuro.
Ad alcuni commentatori ritrovarsi a Firenze è sembrato un pò come essere nel film “the day after tomorrow”, a taluni sembrava un atmosfera da sopravvissuti, e ammettiamolo, gli abbracci e le pacche sulle spalle non sono mancate!! Ad altri è sembrata fortemente una manifestazione di volontà, nel volerci essere, nel volersi ritrovare, finalmente in presenza e guardare al futuro, cercando di voltare una durissima e complicata pagina. Per altri ancora è stata una magnifica opportunità da cogliere, per entrare da protagonisti direttamente nel cuore della fiera, dentro al tanto agognato “Padiglione Centrale“. Nonostante l’assenza di moltissimi storici brand, non era questa la fiera dei critici, di coloro che vedono sempre e comunque il bicchiere mezzo vuoto: un anno fa non c’era nulla di tutto questo, ed un “bravo” all’oganizzazione ed agli sforzi profusi è dovuto !
La manifestazione ha da sempre una doppia natura, una doppia anima che la fa essere, allo stesso tempo, una meta verso la quale tendere ed un punto di partenza verso il futuro. Questa edizione, a maggior ragione, ha ancor di più questa doppia anima; Pitti Uomo 100 è stato un traguardo importantissimo da festeggiare in presenza, ma come dice giustamente Agostino Poletto, Direttore Generale di Pitti Immagine Srl, la società organizzatrice della fiera, se letto al contrario il numero 100 diventa “001”, quindi più che in passato un nuovo inizio. Per questo motivo il Pitti del futuro, ovvero che tipo di fiera sarà l’edizione numero 110 o 115 si definirà già il prossimo anno. Le due manifestazioni del 2022, quella di gennaio e quella di giugno, saranno fondamentali per capire che tipo di fiere ci aspetteranno in futuro, quale sarà la dimensione che avrà Pitti Uomo nei prossimi anni, quale sarà la rotta da seguire. Il management, che da diversi anni è alla guida della manifestazione, è chiamato alla sfida più impegnativa: immaginare, dopo questa ripartenza, il Pitti Uomo del futuro. Siamo certi che la sfida sarà raccolta e la lunga esperienza maturata sarà fondamentale per intraprendere e vincere questa ennesima sfida, questo ennesimo cambiamento. L’orologio della storia non torna indietro, per questo sembra difficile immaginare un ritorno al passato tale e quale. La pandemia, tra l’altro tutt’ora in corso ha provocato una cesura, una frattura, accelerando processi già in atto.
D’altronde le aziende in questo ultimo anno e mezzo, sono state travolte dall’inaspettato ed hanno dovuto giocoforza giocare una partita nuova ad ogni livello: produttivo, distributivo, comunicativo. Le aziende del settore moda non si sono di certo fermate, ed hanno dovuto cercare strade nuove, inventarsi soluzioni alternative a quanto fatto fino a prima della pandemia, ciascuna secondo i propri mezzi, le proprie risorse, le proprie capacità e visioni.
La sfida per un grande Pitti Uomo già dal prossimo gennaio è lanciata!
di Simone Gismondi
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