LA CAMICIA IN DENIM
La camicia in denim negli ultimi anni è diventata sempre di più uno dei capi...
Nel passato cerchiamo i nostri riferimenti per il presente e per il domani; abbiamo bisogno di conferme, di capisaldi a cui aggrapparci per ancorare le nostre non numerose certezze. Ed è per questo motivo che la ricerca di icone del passato è diventata, in questi tempi, un passatempo, un’ispirazione, una necessità (NdD).
Oggi “OOTD”: OUTFIT OF THE DAY, è un neologismo nato per esigenze di costume intorno al 2018, che sta letteralmente a significare look del giorno, ed utilizzato nella didascalia di un’immagine come abbreviazione sulle piattaforme web imagebased come Facebook ed Instagram. L’etichetta, il modo di dire insomma, avrebbe solamente 5 anni, mentre il significato ovviamente invece molti anni in più. Da quando poniamo attenzione a ciò che indossiamo infatti, ed in particolare a come abbinare i diversi capi, esiste appunto l’outfit. In questa, come accade per altre vanità, l’uomo ha cercato in questo ultimo decennio di prendersi il proprio spazio e dedicare del tempo alla ricerca di abbinamenti perfetti. Accantonati i look da passerella, spesso improponibili nella vita quotidiana, l’uomo di oggi, quello che indossa l’abito ma non solo, ha ben poco cui attingere, ma qualcosa c’è ed è pure di sostanza. Quindi come non tornare a parlare di STEVE MCQUEEN, che da quando ha iniziato a calpestare i set cinematografici intorno all’inizio degli anni ’60, ci ha dato prova di grande stile nella scelta dei suoi look?
Nella pellicola del 1963 The great escape recita indossando una felpa blu avio con le maniche letteralmente tagliate su pantalone chino color sabbia; in The Thomas Crown Affair del 1968, abito grigio medio con camicia azzurra ed a seguire, l’iconico bomber blu con interno rosso tartan di Barracuta, in produzione ancora oggi. In The Towering Inferno del 1974 indossa, nei panni di un pompiere, la giacca di servizio dei vigili del fuoco chiusa sul davanti con i famosi 4 ganci, oggi divenuta il capo maggiormente rappresentativo dell’italianissimo brand Fay.
Questo modo di vestire, o meglio di essere, non era riservato solo alla vita cinematografica, ma rappresentava effettivamente l’indiscutibile gusto dell’attore statunitense che, in diverse occasioni, ha indossato cardigan avana con filatura spessa su camicia denim, oppure blu navy su T-shirt bianca, cinture con vistose fibbie western, svariate giacche di pelle e Barbour modello International, utilizzato come capo tecnico nelle competizioni motociclistiche; anch’esso attualmente in produzione.
Che dire invece di Ralph Lifschitz, meglio conosciuto come RALPH LAUREN, origini bielorusse e nato nel Bronx nel 1939? Prima ancora che imprenditore, è e resterà sempre la miglior rappresentazione stilistica dei suoi marchi e delle sue aziende. Inimmaginabile si potesse portare con estrema eleganza una giacca sartoriale con pantalone denim slavato, camicia sempre denim con bottoni madreperla e stivale
texano. Per il tempo libero invece uno smanicato imbottito verde salvia sempre su camicia e pantalone denim e per serate ufficiali smoking nero e scarpe da trekking fluo di marca Salomon. Come Ralph Lauren o di alfieri dello stile come Steve McQueen la storia ne ha visti, più o meno famosi e magari in forma attenuata, ma comunque sempre troppo pochi.
Da questo punto di vista, purtroppo, ci viene restituita una realtà abbastanza carente di figure cui inspirarsi in modo seriale per costruire i propri look, non fosse altro perché l’ultimo 007 si è presentato alla prima di No Time to Die con una giacca velvet doppio petto color rosa fragola e se non bastasse, dicono i più cattivi, con le tasche non ancora scucite. Eppure i social, nonostante la capacità altamente distrattiva, possono aiutarci a colmare scientemente questo vuoto stilistico e così capita di imbattersi nel profilo più o meno noto di chi possiede ancora la capacità di inspirare un abbinamento a cui magari non avevamo pensato, ma attenzione, perché di ‘cattivi maestri’ ne è pieno il web, ed il rischio di scambiare lo stile per un eccesso, una variante esasperata del medesimo è molto frequente. Purtroppo è più facile richiamare l’attenzione con l’eccesso, che con l’autorevolezza e la semplicità.
L’imprenditore forlivese ALESSANDRO SQUARZI, classe 1965, resta anno dopo anno uno degli uomini più fotografati al mondo per i suoi outfit, sempre diversi, eleganti e sportivi, vintage e classici, indossati con nonchalance e sempre appropriati. Capace di osare quel tanto che basta, ed in breve sdoganare ad esempio, la felpa con cappuccio sotto il cappotto, le calze rosse con l’abito, ridare nuova vita alle calze color ecru, da sempre riservate ai sandali dei turisti, nonché definire come normale, l’uso quotidiano di camice e giacche militari ovviamente originali.
Rimaniamo quindi in attesa che ciascuno di noi crei a modo suo un proprio look, lo condivida e chissà magari possa divenire appunto iconico. Rimaniamo quindi in attesa che personaggi riferimento di oggi, possano diventare iconici per le future generazioni, in maniera articolata ed originale.
di Alessio Bianchi
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