Who Are thePLAYERS?: Cristian Sutti.
Il riusco creativo: tra vintage, pezzi unici e artigianalità.
thePLAYERS Magazine ha incontrato Cristian Sutti, eclettico designer, anima di 2010 limited edition, vero...
thePLAYERS ha incontrato MORENO SARGENTONI, professionista di lungo corso, talent scout di nuovi marchi e grande esperto di streetstyle.
Raccontaci qualcosa di te e come è nata la tua passione per il mondo della moda.
Sono nato ad Ancona da una famiglia di commercianti che, quasi fosse un’eredità genetica, mi ha trasmesso fin da subito la passione per l’attività imprenditoriale. Mio padre, uomo di gran garbo stile e portamento, mi ha tramandato fin da piccolino la sensibilità e il suo amore per l’arte, la musica e la moda. Nei primi anni Ottanta ho iniziato a muovere i primi passi come responsabile vendite in una delle più prestigiose boutique di abbigliamento maschile della mia città. Dopo pochi anni decisi di avviarmi all’attività di agente nel fashion che mi ha permesso, inevitabilmente, di viaggiare soprattutto a Firenze, Milano e Parigi; città nelle quali ho cominciato a conoscere da vicino il mondo della moda con i suoi meccanismi, sviluppando l’amore ed un fortissimo interesse per la ricerca.
Qual è oggi la tua attività principale e come si svolge?
Da quasi quattro anni mi sono trasferito a Milano dove ho intrapreso il ruolo di brand manager, lasciando lo Showroom di Ancona in mano alla mia famiglia che gestisce tutta l’organizzazione. Durante i primi tre anni ho riposizionato e rilanciato un brand che andava bene sul territorio nazionale ma che faceva un po’ fatica nella regione più importante d’Italia, proprio la Lombardia. Mentre negli ultimi mesi ho sposato un progetto ancora più stimolante che mi vede impegnato in tutto il Nord Italia, nel quale mi sento più coinvolto professionalmente e nel quale credo tantissimo!
Quali sono le caratteristiche che deve avere un brand per trovare il favore dei consumatori e come scegli i brand che rappresenti?
Negli ultimi due anni sono cambiate moltissime cose, prima della pandemia seguivo l’istinto e il gusto personale, mentre oggi, sia per lo showroom di Ancona, sia per le mie scelte professionali su Milano, le caratteristiche che deve avere un brand sono: solidità finanziaria dell’azienda in primis, seguita da una visione chiara del progetto, poi è fondamentale fare dei solidi investimenti sui canali social e infine tanta perseveranza nel trasmettere tutto il credo al negoziante.
Quali sono i brand che stai seguendo al momento (ed essendo un pò come figli è difficile dire quale sia il preferito) e qual è, secondo te, quello con il futuro più interessante e quello che ha sorpreso anche te?
Prima vorrei rispondere a questa domanda partendo dallo showroom di Ancona, dove le scelte fatte sono frutto di un’attenta analisi del mercato nel MUAM in primis e poi una ulteriore valutazione con i brand manager dello showroom, perché non abbiamo più tempo e risorse da investire in progetti di aziende improvvisate e senza una visione chiara di dove vogliono andare. I marchi che abbiamo sono il frutto di tutto quello che ho detto sopra pertanto non mi stupisce la crescita di People of Shibuya né tantomeno l’exploit di brand come White Wise o Dramèe, ma se devo scommettere sul successo di una new entry dico Ecoalf!
Mentre per quanto riguarda il mio ruolo a Milano la scelta segue sempre la stessa filosofia dello showroom. Serietà della proprietà, visione chiara del progetto e poi tanta determinazione e credibilità nel trasmettere il progetto al negoziante.
La credibilità è per me la cosa più importante. Metterci la faccia sapendo di potercela mettere contro tutto e tutti! E in questo aspetto, la mia sensibilità sino ad oggi mi ha sempre ripagato. Per quanto riguarda il brand, direi assolutamente STAR POINT; marchio che ho iniziato a seguire come un figlio appena nato e che già mi sta dando grandi soddisfazioni, ma del resto la credibilità e la professionalità delle persone che compongo il gruppo parlano chiaro.
Parlaci di Star Point …
Star Point, un amore a prima vista per un progetto che mi vede coinvolto nella strategia di posizionamento e distribuzione in tutto il nord Italia. È un marchio che ha fatto la storia a fine anni Settanta e inizio Ottanta, quando al ‘timone’ c’era Guido Pellegrini ed era venduto nelle più importanti boutiques italiane ed estere; ha un’eredità importante, basti pensare che nel 1983 è stato sponsor dell’America’s Cup con Azzurra.
Riportare il brand al successo di quegli anni è una sfida e un obiettivo ambizioso. Ora è stato acquisito da un gruppo di imprenditori lungimiranti che hanno deciso di investire sul progetto valorizzandone la storia e scegliendo di riscriverne il futuro per farlo rinascere sotto una nuova stella. Un’operazione che ha coinvolto la famiglia Stocchi di Urbania, titolare di Blue Line Extension Srl – dal 1976 una delle realtà manifatturiere italiane più rilevanti nel settore abbigliamento – insieme alla cordata di agenzie guidate da Wivian Bodini, con Isaia Nocentini di Genius ed il gruppo Voxa srl (Danilo Voghera, Antonio Coratella e Alfredo Agozzino).
In poco tempo dallo start, il brand è già presente in 80 doors tra le più importanti in Italia, da Vinicio a Genova, Tessabit a Como, Eraldo Store a Ceggia, Blue Marlin a Roma, Vela Shop a Cagliari, Giglio a Palermo, Rinascente a Milano e Nugnes a Trani.
di Simone Gismondi
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