La nascita del Made in Italy

Il 12 febbraio di 70 anni fa, Giovanni Battista Giorgini, un caparbio uomo d’affari con un particolare fiuto per le tendenze anticipatrici, amante dell’arte e collezionista antiquario, organizzò nella sua casa privata il “First Italian High Fashion Show“, la prima sfilata di alta Moda italiana per buyers stranieri.

Quando la prima volta mi fermai davanti a Villa Torrigiani, al nr. 144 di via de’ Serragli a Firenze, non potevo sapere che fosse il proprietario di un terreno nel golfo di Baratti.

Non potevo inoltre immaginare che suo figlio, l’architetto Vittorio Giorgini, su quel terreno realizzasse anni più tardi la Casa Esagono (1957), rifugio familiare per le vacanze estive, oggi diventata uno spazio culturale e di rigenerazione urbana, gestita e valorizzata da #BACObaratti guidata dall’architetto Marco Del Francia.

Fu proprio Vittorio a realizzare l’allestimento di quei tre giorni che cambiarono per sempre il destino del Made in Italy.

Giovanni Battista Giorgini fu così abile da saper creare una grande attesa intorno all’evento e da mettere in competizione tra loro le giornaliste di moda che certo non potevano correre il rischio che fosse la collega di un’altra testata a presenziare quello che poteva diventare l’evento dell’anno.

Non mancò nessuna, Elisa Massai («Women’s Wear Daily»), Elsa Robiola («Bellezza» e «Tempo»), Vera Rossi («Novità»), Misia Armani («I Tessuti Nuovi»), Sandra Bartolomei Corsi («Il Secolo XIX») e soprattutto lei, Bettina Ballard, fashion editor di Vogue America.

Sfilarono, tra gli altri, Simonetta, Fabiani, Fontana, Schuberth, Jole Veneziani, Noberasco, Emilio Pucci e Avolio e la moda italiana iniziò la sua inarrestabile corsa, recuperando tutto il terreno perso con l’haute couture parigina.

Dal luglio successivo, l’evento si trasferì nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove le sfilate si sarebbero succedute con successo crescente fino al 1965, sempre sotto la guida di quell’uomo dall’eleganza innata.

La vigilia della tesi di laurea di Vittorio (14 marzo 1957), intento a finire il plastico del suo progetto: il “Palazzo delle Esposizioni fiorentine della moda”; un progetto che pochi anni prima GB Giorgini aveva offerto a Frank Lloyd Wright, seduti insieme ai tavoli del caffè Leland in Via Tornabuoni. In piedi nella foto, lo sguardo fiero e compiaciuto del padre, di cui ricorrono quest’anno i 50 anni della sua scomparsa.

 

di Marta Coccoluto

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