WHO ARE thePLAYERS: Régis Guyot
Régis Guyot è un vero ‘Players’, gentiluomo con un animo rugged (wild) dalle molteplici...
Mai assente alle edizioni di Pitti Uomo, vogliamo introdurre come nostro PLAYER un personaggio che colpisce per il suo stile senza tempo, la sua eleganza e sobrietà.
Abbiamo il piacere di parlare con AMIDÉ STEVENS, il fondatore di AMIDÉ HADELIN, un prestigioso marchio di moda maschile, che fa della cura del dettaglio e della raffinata ricercatezza i suoi tratti specifici. Lo ha intervistato per thePLAYERS Magazine, Vincenzo Di Luca, un amico della rivista e profondo conoscitore dello stile maschile.
Ti chiedo di presentarti, dicci chi sei e da dove vieni…
Sono Amidé Stevens, fondatore e proprietario di Amidé Hadelin, un marchio di abbigliamento maschile con sede in Olanda che vende principalmente online a clienti di tutto il mondo attraverso il nostro sito web amidehadelin.com. Amidé Hadelin ha iniziato come marchio di accessori, ma nel corso degli anni si è evoluto in un marchio che offre anche camicie, giacche e maglieria, con altri prodotti in arrivo nei prossimi anni. Tutti i nostri prodotti sono realizzati in Europa da artigiani leader nei rispettivi settori. La maggior parte degli articoli sono mie creazioni, anche se a volte mi faccio aiutare da amici designer.
Sappiamo che sei un esperto di accessori da uomo, qual è il tuo preferito e perché…
I miei gusti si aggiornano costantemente; tendo a preferire i design più recenti rispetto a quelli passati. Questo accade perché, col tempo, divento familiare con i vecchi modelli e, di conseguenza, le novità mi attraggono e mi affascinano maggiormente. Tuttavia, alcuni dei miei accessori preferiti in assoluto sono le cravatte con stemma Amidé Hadelin. Lo stemma di Amidé Hadelin intrecciato in queste cravatte ha una serie di dettagli che mi stanno a cuore, come ad esempio la bandiera di Rotterdam (dove ha sede l’azienda) e la stella rossa di Kralingen, la parte di Rotterdam in cui vivo. Tutti i dettagli in quello stemma lo rendono piuttosto personale per me.
Come consideri il tuo stile e come è cambiato nel corso degli anni?
Non so come descrivere il mio stile, in generale non mi interessa mettere etichette sulle cose, e questo vale anche per il mio stile personale. Ricevo spesso commenti da altri che il mio stile è un mix di inglese e italiano, con tessuti più pesanti come il tweed, ma in una ‘costruzione italiana’ più morbida. Probabilmente è vero. È cambiato nel corso degli anni, ma non molto credo.
Amidé, ci ritroviamo regolarmente all’evento Pitti Uomo, un appuntamento imperdibile per gli appassionati di moda maschile. Tuttavia, molti vedono la moda come un ambito superficiale, limitato all’apparenza esteriore. Secondo te, qual è il vero significato della moda? Credi si tratti solo di vestirsi bene e seguire le tendenze, o pensi che ci sia un valore più profondo in ciò che indossiamo?
Innanzitutto c’è ovviamente una differenza tra stile e moda. Sebbene la moda cambi rapidamente, lo stile si evolve più lentamente. Che qualcosa sia superficiale o meno dipende in gran parte dalla percezione, e anche se capisco la componente ‘superficiale’ percepita nel seguire costantemente le ultime tendenze della moda, credo che vestirsi con stile sia un modo importante di espressione di sé per uomini e donne. Il nostro stile fa parte della nostra comunicazione non verbale con gli altri, ma alla fine non possiamo controllare completamente la percezione che gli altri hanno di ciò che pensiamo di comunicare con il nostro stile. Molte di queste percezioni dipendono dal pubblico. Il pubblico dei partecipanti a Pitti, che opera principalmente nel settore dello stile, di solito guarda in modo diverso gli outfit visti in Fortezza rispetto agli outsider.
Naturalmente a Pitti ognuno di noi ha le sue preferenze e antipatie, ma in generale credo che apprezziamo gli sforzi che gli altri fanno per esprimersi.
I consumatori che guardano le foto di Pitti Uomo sui loro telefoni o computer sono un pubblico diverso, e potrebbero disapprovare alcuni degli stili presenti alla Fortezza. Così sia.
“Essere ben vestiti” è un’espressione che può assumere significati diversi a seconda dell’individuo. Per te, che sei un’icona nel mondo della moda maschile, cosa rappresenta veramente l’essere ben vestiti?
Vestirsi bene per me significa sentirsi a proprio agio in ciò che si indossa e tenere conto del contesto. Distinguersi dagli altri non dovrebbe essere un obiettivo, ma non dovrebbe nemmeno disturbarti quando ciò accade. Quando sono a Pitti indosso qualcosa di diverso rispetto al sabato in cui sostengo i miei figli nelle loro partite di hockey su prato. Potrei ancora distinguermi un po’ perché il mio senso dello stile è diverso dallo stile jeans e maglione degli altri genitori.
Tuttavia indosserò qualcosa di più casual rispetto a quello che indosserei per un incontro di lavoro o a Pitti Uomo, sentendomi lo stesso a mio agio.
Comunemente quali sono gli errori di stile che noti maggiormente nelle persone?
Tra gli errori più frequenti che si notano passeggiando per strada, spicca la scelta di abiti non adeguatamente aderenti. Indossare capi che non calzano a pennello può compromettere l’aspetto generale.
È comune desiderare di riutilizzare un vecchio pezzo del guardaroba, solo per scoprire che ‘quel qualcosa’ ci stava meglio quando pesavamo qualche chilo in meno. Anche a me capita, e talvolta decido di indossarlo comunque, pur sapendo che la vestibilità non è ottimale.
Tuttavia, avere consapevolezzaì del proprio aspetto e sforzarsi di valorizzare ciò che si possiede rappresenta un ideale di stile al quale tutti dovremmo tendere.
di Vincenzo Di Luca
Riproduzione riservata
Régis Guyot è un vero ‘Players’, gentiluomo con un animo rugged (wild) dalle molteplici...
thePLAYERS ha incontrato MORENO SARGENTONI, professionista di lungo corso, talent scout di nuovi marchi...
LUIS PESENTI È MARKETING MANAGER DI HOCKERTY E SUMISSURA, DUE BRAND IN GRANDE CRESCITA,...