LA CAMICIA “CAMP COLLAR”

I PRIMI INCONTRI RAVVICINATI
Quando da bambino andavo a trascorrere le vacanze estive nel Long Island a casa di zio Attilio, ero convinto che le camicie camp collar, che lui ed altri signori sposati con figli indossavano i fine settimana, fossero esclusivamente destinate ai ‘bravi padri di famiglia’. Infatti, i giovani americani che negli anni ’50 frequentavano l’high school, il college e l’università, privilegiavano nella stagione calda le polo, le t-shirt, le button-down a maniche corte e addirittura una curiosa combinazione delle prime due con tre bottoni, senza colletto e un orlo bianco o bianco sporco intorno al collo.
Mio padre, che, seguendo l’esempio di suo fratello, ne ordinò tre dal suo camiciaio, la indossava soltanto quando si andava al mare. Lui se la infilava nei pantaloni ed era forse uno dei pochi uomini fuori dagli Stati Uniti che osassero portarla.
Sospetto che, sebbene vestisse sempre in modo adeguato, questa sua scelta fosse per lo più fraintesa dalla maggioranza dei suoi contemporanei italiani i quali allora preferivano rimboccare le maniche delle camicie portate in ufficio oppure indossare una camicia a maniche corte dal taglio tradizionale.

ORIGINI
L’origine della camicia camp collar è dibattuta nonostante alcuni esperti in rete la facciano risalire agli anni ’50, ossia all’epoca di maggior diffusione. Alcuni di questi esperti sono anche pronti ad appenderla all’albero genealogico della guayabera cubana e della più raffinata barong tagalog filippina. In realtà, gli unici elementi che ha in comune con esse sono l’ampiezza e il fatto che si può non infilare nei pantaloni. Lo stesso vale per il nesso, infondato quanto alla sua funzione e a come coloro che la indossano intendono questa scelta di stile, con le sue varianti: la variopinta camicia Aloha e quella usata sulle piste di bowling.
Difatti, a giudicare dalle illustrazioni pubblicate negli anni trenta da Apparel Arts ed Esquire, particolarmente quelle di Laurence Fellows, la camp collar esisteva già in quell’epoca di massima gloria dello stile maschile.

Musicisti cubani di strada, indossano la guayabera.

CARATTERISTICHE E DETTAGLI
La camicia camp collar è ampia e disinvolta, con finta frontale per i bottoni che uniscono i due lembi anteriori, maniche corte e un bordo inferiore diritto. Si può portare con il colletto aperto oppure abbottonato tramite un anello di stoffa (questo può anche mancare). Il colletto è fatto di un solo pezzo e questo particolare essenziale gli permette di mantenersi piatto sul corpo della camicia (e della giacca).
Nonostante fosse stata concepita per essere portata fuori dai pantaloni, i giovani di oggi appassionati di stile maschile preferiscono, per fortuna, infilarsela nei pantaloni con un risultato più sofisticato e, sorprendentemente, retrò. La tradizione privilegia quelle di cotone o lino bianco, azzurrino o comunque dai colori pastello. Tuttavia le varianti odierne comprendono i ‘due toni’ oppure una miriade di disegni e fantasie geometriche. Da evitare sono i tessuti di poliestere e fibre artificiali. La viscosa e il lyocell sono accettabili in quanto fibre cellulosiche naturali trattate e dotate di traspirabilità e buon assorbimento dell’umidità. Meglio il lyocell per la cui produzione non si usa il solfuro di carbonio, tossico per i lavoratori e per l’ambiente.
È anche una camicia comoda da indossare sotto una giacca per assistere ad una festa estiva semi-casual. In questo caso, se si desidera conseguire un aspetto più piacevole, è meglio che sia priva di disegni e motivi.

CONCLUSIONE
Oggigiorno, negli Stati Uniti, si assiste a un calo progressivo della ‘moda’ della polo, sebbene la sua popolarità si mantenga ferma tra i giocatori di golf e, soprattutto, tra gli adulti che superano i sessant’anni di età, plausibilmente a causa della
consuetudine, inveterata fin dai tempi dell’adolescenza, di indossarla d’estate. Come già accennato precedentemente, i giovani più raffinati nella scelta del vestiario preferiscono la CAMP COLLAR SHIRT rigorosamente infilate nei pantaloni. Purtroppo, la maggioranza, con poco o nessuno stile, ha da tempo deciso di sostituire la polo o qualunqua altra camicia con la ubiqua t-shirt.
Tra i famosi del passato che la indossarono con eleganza ci sono John F. Kennedy, Martin Luther King Jr. e, ovviamente, il Duca. Tra i contemporanei capaci di fornire spunti originali per lo stile maschile si annoverano Donald Glover e Gigi Hadid
(entrambi in cima alla classifica), Pharrell Williams e Jeff Goldblum.

Fabrizio Gatti, l’autore di questo articolo, mentre mangia un gelato sulla sponda del Chicago River.

di Fabrizio Gatti

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