Calzature di alta classe.
Le scarpe artigianali di Mannina a Firenze.
La vetrina del negozio di scarpe artigianali su misura Mannina mi affascina a tal...
Abbiamo incontrato Emidio ed Antonello Marmora durante l’ultimo Pitti Immagine Uomo di giugno (giugno 2019, ndr), dove ormai sono tra i protagonosti e con loro abbiamo fatto una lunga conversazione sulla loro attività.
Come nasce AEMarmora
AE MARMORA nasce dall’idea di Antonello ed Emidio da cui il nome AE, due fratelli accomunati dal desiderio di esprimersi e dare il proprio contributo ad una storia familiare cominciata 5 generazioni prima, quando i loro bisnonni, impegnati nella sartoria, cucivano divise per i militari. Con il tempo, da artigiani sono diventati commercianti, e da venditori porta a porta ed ambulanti sono arrivati ad aprire diversi negozi.
Chi sono gli AEMarmora?
Le nostre intrinseche diversità hanno trovato oggi la loro massima espressione nella comunicazione e nella passione per la moda, dopo che per molti anni tutto ciò è stato solo un sogno rinchiuso in un cassetto di famiglia. È stato complicato per noi trovare un posto nell’organigramma familiare, già massicciamente presidiato; per questo motivo abbiamo cercato una nostra personalissima strada, intraprendendo un percorso tortuoso nel quale abbiamo maturato diverse esperienze ed insegnamenti ad oggi utilissimi: una laurea in economia, un’esperienza come direttore di punto vendita nella grande distribuzione, molti anni in giro per l’Italia fino a ritrovarci a Londra. Il nostro progetto nasce nel dicembre 2012, quando i MARMORA BROTHERS, decidemmo di riprendere in mano il nostro destino professionale con la ferma volontà di valorizzare il nostro territorio, dando continuità alla tradizione familiare ma alla nostra maniera. Nasce così il primo concept store AE MARMORA, con grande sorpresa di tutti. La grande energia positiva ci ha contraddistinto fin da subito, e non pecchiamo di superbia affermando che abbiamo portato nel nostro territorio un’autentica ventata di genuina novità. L’entusiasmo è il nostro marchio di fabbrica che ci accompagna sia nella gestione aziendale sia durante gli eventi nelle capitali della moda internazionali, dove spesso siamo noi stessi testimonial dei brand affini alla nostra personalità. Il nostro processo di crescita è un working in progress quotidiano che ci ha portato ad aprire altri due punti vendita sul territorio.
L’identità di uno store riflette anche quella dei suoi clienti, chi sono i vostri clienti?
Solo un concept store con una identità molto connotata può soddisfare il cliente in cerca di un’emozione. Il concept store di successo deve essere coerente, con una sinergia tra prodotto, mission, design e il team. L’atto d’acquisto in deve essere prevalentemente emozionale, questo è l’atout rispetto alla vendita on-line. Molto importante è anche conoscere il target di riferimento, il posizionamento aziendale riduce i rischi di insuccesso. Il nostro cliente non vuole appiattirsi alla moda patinata, ma cerca in noi un’emozione, ci sceglie per sorprendersi e differenziarsi. Chi frequenta i nostri concept store si fida e si affida a noi ed al nostro gusto e grazie alla nostra consulenza l’acquisto diventa un momento di condivisione e arricchimento. I nostri clienti non acquistano soltanto qualcosa di materiale, bensì l’idea di poter indossare qualcosa che apporti un valore aggiunto al proprio umore. I nostri non sono semplici clienti, ma ‘amici’ che riceviamo con la stessa cura e dedizione con cui si ospitano delle persone care.
Com’è cambiato nel tempo l’approccio delle persone verso l’acquisto in questo settore?
Negli ultimi vent’anni l’esperienza di vendita si è molto frastagliata. Dal negozio di quartiere, al boom dei franchising, dai centri commerciali, agli outlet prima ed i temporary store poi … e infine l’e-commerce, che ha stravolto il mercato. Tutto ciò ha frammentato la platea dei potenziali clienti, sempre più difficili da fidelizzare, spesso mossi solo dall’opportunità del prezzo più basso. In questo caleidoscopio di offerta vince chi ci mette autentica passione.
Con la nascita dei webstores e dei social network, la diffusione delle immagini e delle informazioni relative ai prodotti è inimmaginabile, sia per voi negozianti sia per i clienti. Però il momento dell’acquisto si può trasformare in un dialogo tra commerciante e acquirente …
L’utilizzo spasmodico dei social media, rende il cliente sempre più informato. Questa evoluzione della clientela ha creato degli squilibri; infatti, se da una parte i venditori si son ritrovati clienti più esigenti e preparati, dall’altra ha portato questi ultimi a pensare di poter fare a meno del punto vendita fisico e delle capacità del negoziante. Lavoriamo molto sull’aspetto emozionale dell’acquisto. Ci piace che il nostro cliente possa tornare a casa con dei prodotti che abbiano un luogo ed un tempo: “la sciarpa comprata in centro in quel negozio all’angolo, in un pomeriggio con Francesca”. Il nostro obiettivo è far riscoprire ai ‘pigroni’ dell’e-commerce la bellezza di dare un luogo ad un acquisto, con il fascino di una vendita assistita consapevole e appassionata.
In un brand cosa cattura la vostra attenzione, come scegliete un marchio da proporre ai vostri clienti?
La proliferazione dei brand ha invaso anche noi intermediari, che ci troviamo quotidianamente sollecitati da nuovi progetti e nuovi marchi. Nella scelta se inserire un brand nel nostro store ci sono dapprima valutazioni di opportunità commerciali e in seconda battuta diamo spazio alle emozioni, cominciando a provare la merce, valutandone le vestibilità, i tessuti e i fit, pensando già al potenziale cliente che farà da da trend setter.
Chi è l’uomo che entra nel vostro store, che tipo di cliente è?
Nel corso degli anni abbiamo visto la nostra clientela evolversi. In principio i clienti si affidavano completamente alla vendita assistita, oggi sono più curiosi, più attenti, più vanesi, consapevoli che quello che acquisteranno sarà un valore aggiunto. I nostri clienti spesso ci coinvolgono sui social, testimoniando l’utilizzo del loro acquisto: vedere questo ‘ringraziamento’ pubblico è per noi una bella gratificazione.
Nel tempo com’è cambiata l’importanza delle fiere di settore, come ad esempio Pitti Immagine Uomo?
Con l’avvento dei social anche gli eventi del mondo della moda si sono aperti diventando un appuntamento per un pubblico più vasto, il tutto mediato da figure come il fashion blogger o l’influencer, figure già in grande trasformazione, perché di soli like non si vive! Le fiere di settore come Premium, Seek, Panorama e ovviamente la più importante, Pitti Immagine Uomo, sono di interesse anche per i nostri stessi clienti, che ci seguono e ci chiedono informazioni sulle novità per le prossime stagioni. Il piacere di partecipare alle varie fashion week si percepisce anche dall’aria di festa, con il desiderio di rivedere produttori, colleghi, fotografi e tutti gli addetti ai lavori che negli anni ormai son diventati degli ottimi amici. A Pitti Uomo c’è sempre un’energia positiva grazie alla quale spesso nascono collaborazioni lontane dai riflettori degli stand. Proprio come in una piazza di paese, le persone si salutano, s’incontrano si parlano: ci sono relazioni che vanno oltre il semplice scambio di biglietti da visita, confronti di idee dalle quali nascono nuovi progetti.
di Simone Gismondi
Riproduzione riservata
La vetrina del negozio di scarpe artigianali su misura Mannina mi affascina a tal...
La Famiglia Cassetti è orgogliosamente fedele all’originario decreto proclamato dal granduca Ferdinando I nel...
Definire Full Milano un negozio di abbigliamento è riduttivo. In uno spazio arredato come...