News and Eventi dal 97° Pitti Immagine Uomo – Gennaio 2020
Breakfast con TRAILBLAZER Chiara Boni 8 gennaio 2020 dalle ore 8.30 alle 11.00 Boutique...
È morto all’età di 88 anni, l’attore francese Jean-Paul Belmondo, con 80 film in 60 anni di carriera lascia alla storia del cinema personaggi e ruoli indimenticabili e all’immaginario collettivo la sua particolarissima figura, seducente, sciolta, attraente. Lontana dalla bellezza maschile di oggi, ormai stereotipata nella ricerca continua della perfezione, e proprio per questo così irresistibile.
La bocca invitante, aperta in un sorriso sornione o arricciata a tenere in equilibrio l’ennesima sigaretta, le mani affondate nella tasche del blazer, la camicia aperta sul petto, slacciata anche sotto il trench, i capelli scompigliati.
Un’aria stropicciata e sensuale che a pochi uomini viene naturale, e ancor più rari sono quelli a cui dona. A Bebel – alter ego (l’altro me) di Alain Delon che dichiara travolto dal dolore “ce ne saremmo dovuti andare insieme” – vestiva come il più sartoriale degli abiti.
I fiori sul gessato tre pezzi, i cappelli scenografici, i mocassini anche sulla sabbia. Indossava completi doppiopetto d’un candido bianco, accesi dalle insolite stampe delle cravatte e dei fazzoletti da taschino, con lo stesso disinvolto stile con cui vestiva aderenti t-shirt con Mickey Mouse e canottiere dal tessuto quasi inesistente.
Maglioni a collo alto e giacche di velluto, guanti da guida in pelle, cappotti pesanti e i giubbotti in pelle, il denim attillato sul corpo tonico. Attraente perfino vestito di tutto punto con tanto di tuba, ma in mutandoni bianchi a pois rossi, con gli occhi in cui fiammeggia tutto il fascino che sapeva di possedere.
Le magnifique è stato la personificazione d’una canaglia con il broncio, di un duro dal cuore tenero, di un seduttore giocoso, fino all’ultimo respiro – à bout de soufflé, come il titolo del film di Jean Luc Godard del 1960 che dette inizio alla sua straordinaria carriera di attore e seduttore.
Qual è la più grande ambizione della sua vita? Divenire immortale. E poi morire. Il cinema era la sua vita, la sua vita fu cinema.
di Marta Coccoluto
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