WHO ARE thePLAYERS: ISAO KATO

Ho conosciuto Isao Kato ormai diverse edizioni di Pitti Uomo fa, ma ricordo benissimo che il suo stile, il suo savoir faire mi colpirono fin dal primo incontro. Isao è un importante buyer, infatti è proprietario di alcuni negozi di abbigliamento in Giappone, dove i marchi del Made in Italy sono sempre molto ben rappresentati.
Lo stile inconfondibile di Isao Kato insieme ad una continua ricerca stilistica, fanno di lui senza dubbio un perfetto ‘Players’!

Come è nata la tua passione per la moda maschile?
Innanzi tutto grazie per avermi ospitato all’interno del magazine, per me è un vero onore! In risposta alla tua domanda, la mia passione per la moda maschile è emersa 20 anni fa durante un viaggio di affari in Italia, Francia e Germania. Ricordo di essere rimasto letteralmente ‘scioccato’ nel vedere quanto è grande il mondo!
Scherzi a parte, ebbi da subito l’impressione che alla narrazione della moda in Giappone mancasse un po’ di
originalità. Avevo il desiderio di adottare i meravigliosi stili dei vari paesi che visitavo, però in modo proattivo e creare in questo modo il mio personalissimo stile riguardo all’abbigliamento maschile.
In Giappone hai dei negozi di abbigliamento nei quali offri i prodotti italiani, cosa ti piace del gusto italiano?
L’Italia è ben rappresentata nei miei negozi, ma ovviamente propongo prodotti anche di altri paesi. Dello stile italiano mi piace ad esempio l’originalità, la continua ricerca e quell’innata eleganza, tipica di voi italiani: quest’ultima ad esempio non sempre si trova in Giappone parlando di abbigliamento maschile. Poi apprezzo la varietà e bellezza dei colori, infine mi piace moltissimo il vostro saper fare artigiano, per certi aspetti molto vicino, molto simile a quello giapponese.

Qual è lo stile di Isao Kato? Chi sono i tuoi riferimenti, hai dei personaggi ai quali ti ispiri?
Le persone che mi hanno influenzato di più sono state Edith Liman e Tom Ford quando hanno fatto il loro debutto. Sono anche affascinato dallo stile dei gangster americani, negli anni ’30 del secolo scorso, in piena epoca del proibizionismo. Il film che per primo mi ha fatto conoscere questo stile è stato C’era una volta in America, non a caso un film italiano di un maestro del cinema quale Sergio Leone. A me piace molto studiare le mode, ed i diversi stili, dai quali prendere spunti, come ad esempio la street culture classica americana. Adoro poi reinterpretare il tutto a modo mio, creando uno stile misto fuori dal tempo, che non tramonta mai.

Perché lo stile italiano è così apprezzato in Giappone?
Penso che lo stile italiano sia apprezzato per l’alta qualità diffusa e la grande varietà dell’offerta; per l’eleganza sempre percepibile nei prodotti e la vestibilità semrpe perfetta.

Chi sono i tuoi clienti? Chi è l’uomo ‘Centotrenta’?
I clienti che scelgono Centorenta sono quelli che cercano uno stile diverso dalla gente comune. Sinceramente io non vendo vestiti alle persone, ma penso di offrire loro uno stile di vita. Una volta tornato in Giappone, dopo essere andato ad acquistare i prodotti la prima volta 20 anni fa in Europa, tutti i giapponesi mi guardavano con un misto di curiosità e disapprovazione, allora nessuno mi conosceva. I giapponesi hanno l’usanza di fare tutti insieme le stesse cose, avere tutti le stesse abitudini, ed anche in fatto di abbigliamento spesso hanno questi comportamenti; sotto questo punto di vista sono molto conservatori, ma io non sono mai entrato in questa
ottica. All’inizio devo ammettere non è stato facile proporre il mio stile, però un grosso aiuto l’ho avuto proprio dalle persone che ho incontrato durante le fiere internazionali, come ad esempio i fotografi che mi hanno ‘visto’ in modo imparziale. E grazie agli incontri con persone come te, durante le fiere internazionali come ad esempio  Pitti Immagine Uomo, diventandone amico e confrontandomi con persone di tutto il mondo. Per questo sarò sempre grato a tutti gli amici stranieri. Infine, in futuro vorrei diffondere maggiormente la forza, la personalità dell’Asia nel mondo attraverso il mio stile!

di Simone Gismondi

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