WHO ARE THEPLAYERS: GUGLIELMO GIOVANNONI

Abbiamo conosciuto Guglielmo Giovannoni qualche anno fa, presenza fissa alla fiera Pitti Immagine Uomo, dal portamento deciso e dallo stile ben riconoscibile, che nel tempo si è confermato essere un vero ‘Players’ e da qualche anno ha aperto, con la sua compagna Raffaella Barbaraci, il proprio atelier, dalle idee ben chiare:
“LO STILE È IL RIFLESSO DEL TUO ATTEGGIAMENTO E DELLA TUA PERSONALITÀ. QUESTA È LA MIA CITAZIONE PREFERITA” esordisce Guglielmo, durante il nostro incontro. Non a caso, qualche anno fa, ha scritto il libro L’abito fa il monaco, una serie di nozioni stilistiche, pillole di attitudine comportamentale, per creare la perfetta immagine di se stessi. “CREDO CHE L’ELEGANZA E LO STILE, A DIFFERENZA DELLA MODA, SIANO QUALITÀ INTRINSECHE DELL’ANIMA E DEL CARATTERE. LA MODA, SECONDO ME, È SEGUITA DA COLORO CHE NON HANNO CHIARA LA PROPRIA PERSONALITÀ.

Photo for thePLAYERS Magazine by Erika Bastogi

Fin da bambino, mentre i miei coetanei indossavano jeans, felpa, scarpe da ginnastica e bomber, io ricercavo il mio essere e dunque il mio abbigliamento nell’eleganza codificata degli adulti, prendendo sovente come riferimento personaggi reali o di celluloide, quali ad esempio Frank Sinatra o Gordon Gekko (lo squalo della borsa newyorchese, interpretato da Michael Douglas, ndr) del famoso film degli anni ‘80 – Wall Street –”.
LO STILE DI GUGLIELMO E DI RAFFAELLA È MOLTO PRECISO, UN GUSTO CLASSICO DELL’ABBIGLIAMENTO CHE IMMAGINA SIA L’UOMO, SIA LA DONNA SEMPRE BEN VESTITI CON CAPI CLASSICI, DOVE GLI ABITI, I CAPPOTTI, LE CAMICIE ED I TAILLEUR SONO IMPRESCINDIBILI, PERÒ SEMPRE CON UN TWIST DI ORIGINALITÀ, come ci conferma Guglielmo: “Infatti, questo è uno dei motivi per il quale ho iniziato la mia attività sartoriale insieme a Raffaella, che si occupa della parte femminile; proprio perché ci piace dare un tocco di originalità all’abbigliamento classico, con segni estrosi e personalissimi che rendono i nostri capi unici, riconoscibili, facili da indossare per qualsiasi età”.

Naturalmente Napoli, cosa ha di speciale secondo te la cultura sartoriale partenopea, possiamo dire sia già un brand nel brand?
“Abbiamo deciso di aprire la sartoria a Napoli proprio perché è una delle scuole sartoriali più antiche e competenti al mondo. I nostri sarti hanno vari anni di esperienza nel settore e questo ci garantisce di proporre dei capi classici e personalizzati dove il cliente può esplorare e passare da un linguaggio stilistico all’altro, senza mai apparire né esagerato, né banale. Napoli per la sartoria è sinonimo di affidabilità e garanzia”.

La curiosità è tanta intornoa questo giovane brand; ad esempio sapere come si svolge il loro lavoro: “Il nostro lavoro si svolge prevalentemente all’esterno della sartoria, perché il nostro servizio a domicilio è molto capillare e abbraccia un bacino di clientela molto più elevato rispetto al punto fisico.
I NOSTRI CAPI INFATTI NASCONO ALL’ESTERNO DELLA SARTORIA, IN UFFICIO O A CASA DEI NOSTRI CLIENTI E POI NEL LABORATORIO PRENDONO FORMA, QUI VIENE IMBASTITO CIÒ CHE IL CLIENTE INSIEME A ME E RAFFAELLA HA SCELTO. Tessuto, fodera, bottoni e modellistica. Tutto ciò che serve per creare un vero e proprio capo sartoriale su misura”.

Infine qualche curiosità sui vostri clienti: “I nostri clienti sono per una percentuale maggiore professionisti che vestono ancora con abiti sartoriali tutti i giorni; possono essere avvocati, giudici, notai, medici, imprenditori o semplicemente chi vuole distinguersi, perché ama l’eleganza classica rivisitata, cifra del nostro stile. In questo momento lavoriamo soprattutto in Italia, anche se abbiamo vestito diversi clienti stranieri, soprattutto personale diplomatico e ambasciatori. Il nostro mercato attuale ci soddisfa pienamente, però il nostro obiettivo principale, adesso che l’attività è in una fase di grande crescita, è quello di entrare in mercati importanti, quali ad esempio quelli degli emirati, perché oltre alla capacità di spesa significativa, sono persone esigenti, profondi conoscitori della bellezza, che apprezzano fortemente il prodotto Made in Italy, e per noi sarebbe un ulteriore step per crescere, migliorarsi e continuare ad imparare” •

di Simone Gismondi

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