Sarti con la valigia
Massimiliano Donnarumma della Sartoria Rossi
La nouvelle vague di sarti contemporanei è molto diversa da quella dei loro maestri....
IL PENSIERO VA A LUOGHI TRA I PIÙ BELLI D’ITALIA, ATTRAVERSA LE PIAZZE CALDE DI SOLE, PERCORRE VELOCE STRADE E VICOLI ED ENTRA NELLE BOTTEGHE DOVE I MAESTRI ARTIGIANI DELLA TRADIZIONE PARTENOPEA REALIZZANO LE CREAZIONI CHE HANNO RESO CELEBRE NEL MONDO LA SARTORIA NAPOLETANA E L’ARTIGIANATO DI ALTA GAMMA DI CAMICIAI E CALZOLAI, DI CHI CONFEZIONA CRAVATTE, PANTALONI, GUANTI.
Sembra di vederle all’opera – ago e filo, forbici e metro da sarto – le mani di questi veri e propri detentori di saperi, custodi di una tradizione che rende desiderabili e riconoscibili le loro realizzazioni, così intrise del gusto e dell’arte di vivere partenopei. Sono gli artigiani riuniti nell’Associazione Le mani di Napoli, che vede insieme persone fisiche e giuridiche di Napoli e della Città Metropolitana, organizzate in Camere d’Arte, dove siedono i rappresentanti dei diversi settori artigianali. Una realtà che mira non solo a una maggiore competitività collettiva, ma che ha l’ambizioso obiettivo di ridefinire Napoli quale Capitale dello Stile, tutelando e trasmettendo i saperi tradizionali, restituendo trasparenza, affidabilità e visibilità ai prodotti di alto profilo, valorizzando il territorio, i marchi e gli artigiani.
Presieduta da Giancarlo Maresca, avvocato napoletano, gran Maestro del Cavalleresco Ordine delle Nove Porte e arbitro di stile, Le mani di Napoli vede alla vice presidenza DAMIANO ANNUNZIATO, Direttore generale della Sartoria Dalcuore, che con caparbietà e determinazione mira ad accrescere il prestigio e all’importanza del fatto a Napoli, di cui è tra i più autorevoli ambasciatori.
Damiano Annunziato, Vice Presidente dell’associazione Le Mani di Napoli
Damiano Annunziato, Vice Presidente dell’associazione Le Mani di Napoli
Damiano Annunziato, Direttore Generale della Sartoria Dalcuore
Damiano, qual è il rapporto tra Napoli e l’artigianato di alta gamma? E quali sono i tratti distintivi che la città imprime alle realizzazioni sartoriali artigianali?
Napoli e l’artigianato di alta gamma vivono un rapporto di simbiosi che ha origini antiche, proprie della storia e della cultura della nostra città. Il genio e la creatività sono tutt’uno con lo spirito partenopeo. Da sempre la città è considerata una vera e propria fucina di talenti e maestrie artigianali, dove la tradizione si fonde con l’innovazione, dando vita a creazioni uniche e di altissima qualità. Basti pensare agli antichi mestieri e all’artigianato che viene tramandato di generazione in generazione e a quanto la città sia stata importante centro di produzione di manufatti apprezzati in Europa e nel mondo. Esempio classico, senza voler essere di parte, è la sartoria napoletana, che vanta una tradizione risalente al Trecento, ancora oggi particolarmente rinomata per la sua capacità di creare capi su misura, perfettamente adattati alle forme del corpo e ai gusti del cliente. Quello che noi, per sottolinearne il tratto distintivo, amiamo definire in senso più ampio ‘stile napoletano’, che emerge nell’uso di tecniche ben precise di taglio e cucito e di tessuti ricercati, dall’eleganza sofisticata ma mai ingessata.
Quali sono le sfide che oggi l’artigianato sartoriale ha davanti?
In una società veloce, in cui il fashion si impone alla massa, noi proponiamo un fashion che non tramonta mai. Il nostro è uno stile senza tempo, con una maniacale attenzione al dettaglio, che si traduce in finiture impeccabili e nella cura per ogni singolo elemento, in cui la creatività e l’originalità si fondono con la passione dell’artigiano sarto e la personalizzazione del capo, fino a renderlo inestimabile, in termini di qualità e di unicità.
Questo significa però imporsi in un mercato che ha regole feroci di concorrenza a livello internazionale, che si muove a colpi di like e di consenso effimero, che si scontra con le logiche di un consumatore poco attento, culturalmente ed economicamente impreparato. È questo tutto ciò che combattiamo giorno per giorno, anche con ottimi risultati. Perché, oltre alla
passione, siamo un popolo che non demorde e che ci crede.
Il ricambio generazionale è un punto chiave del futuro dell’artigianato di alta gamma e nel contesto partenopeo assume un valore ancora più strategico, quale alternativa concreta per i giovani e giovanissimi. Vuole raccontarci la visione dell’Associazione e le iniziative fin qui intraprese?
Stiamo lavorando da anni per rinnovare le nostre imprese artigiane introducendo giovani sarti, che possano portare avanti la nostra tradizione e favorire questo ricambio generazionale. Perché siamo convinti che ogni piccola impresa sia e possa diventare un seme prezioso per valorizzare la nostra tradizione e portare all’attenzione dei giovani un mestiere complesso ma al contempo affascinante. Il ricambio generazionale è avvenuto già in quasi tutte le imprese associate a Le Mani di Napoli, ed è una cosa molto positiva. È un’opera di proselitismo e di dedizione che oggi stiamo trasformando in progetti concreti, a partire dalla formazione dei giovani anche di zone o quartieri a rischio dispersione scolastica e illegalità. Possiamo essere quella
opportunità che toglie realmente i ragazzi dalla strada offrendo un futuro concreto. Per questo, di recente, con la Arciconfraternita dei Pellegrini stiamo sottoscrivendo un protocollo d’intesa per la formazione di giovani desiderosi di apprendere questo mestiere, perché siamo convinti che ‘l’ago e il filo’ possano essere armi potenti per sconfiggere le armi e la cattiva cultura dell’illegalità. E lo faremo a più livelli, con una formazione di base. E con una formazione più accademica, che ci ha portato ad entrare nel comitato scientifico dell’Università Federico II con cui stiamo realizzando la prima Accademia pubblica sulla sartoria.
Lo scorso settembre Le mani di Napoli ha fatto il proprio ingresso in oriGIn, l’alleanza mondiale delle Indicazioni Geografiche (IG), che conta 600 organizzazioni di produttori da 40 Paesi: qual è il vostro obiettivo?
È tutelare la sartoria napoletana e inserirla tra le indicazioni geografiche protette a livello mondiale, alla stregua di altri prodotti già tutelati. Stiamo lavorando sin dalla nascita dell’Associazione in questa direzione per favorire la redazione di un disciplinare che dia la giusta dignità e tutela alla nostra tradizione sartoriale. Oggi abbiamo l’opportunità di farlo supportati dalla direttiva europea che entrerà in vigore quest’anno, è un’occasione da non perdere.
Essere membri di oriGIn significa essere già un passo avanti, potersi confrontare con chi, rispetto al proprio ambito, ha vissuto lo stesso percorso. Ambizioso, arduo, ma non impossibile.
In qualità di vice Presidente di Le mani di Napoli, quali sono le strategie e le azioni messe in atto per la crescita e la visibilità dell’Associazione?
Per la crescita e la visibilità dell’Associazione le strategie e le azioni che mettiamo in campo sono diverse. Intanto curiamo molto la comunicazione online e offline. Utilizziamo i canali digitali (sito web e social media) e partecipiamo a eventi e manifestazioni per far conoscere la nostra attività.
Fondamentali sono il networking e le partnership: collaboriamo con altre associazioni, istituzioni, aziende e stakeholder del settore per creare sinergie e ampliare la nostra rete. Grande risonanza hanno poi gli eventi e le iniziative per promuovere l’artigianato napoletano e coinvolgere direttamente il pubblico.
Cosa c’è nell’immediato futuro dell’Associazione?
Siamo al lavoro per realizzare il programma da presentare al Ministero del Made in Italy per partecipare con un grande evento alla giornata nazionale del Made in Italy, il prossimo 15 aprile. Da lungo tempo stiamo dialogando con le Istituzioni per il riconoscimento dell’artigianato di alta gamma come settore diverso sia dal semplice artigianato che dall’industria e adesso stiamo trovando gli interlocutori giusti. Inoltre miriamo ad un progetto più grande che possa coinvolgere non solo gli artigiani napoletani e campani ma quelli di tutta Italia. Sono convinto che solo collaborando e cooperando possiamo sperare di farci conoscere in tutto il mondo.
Le mani di Napoli è a Pitti Immagine UOMO (edizione numero 107, gennaio 2025, ndr) con…
A questa edizione partecipano BARBARULO 1894 NAPOLI, il cui core business attuale è incentrato sulla produzione di gemelli da polso, GALA GLOVES, a rappresentare l’autenticità della tradizione guantaia partenopea, SARTORIA MELINA NAPOLI, con gli esclusivi capi in pelle sartoriali su misura e interamente cuciti a mano, CALABRESE 1924, storico cravattificio napoletano, PAOLO SCAFORA, scarpe di altissima qualità, sia ready-to-wear sia su misura.
Secondo lei, cosa manca oggi al sistema moda italiano?
Penso che talvolta manchi una maggiore attenzione alla valorizzazione dell’artigianato e delle piccole produzioni, capace di fare la differenza in termini di competitività. È necessario creare un sistema più integrato che valorizzi le eccellenze del territorio e promuova la collaborazione tra artigiani, designer e aziende.
Lei è il Direttore generale della Sartoria Dalcuore, un marchio importante, che rappresenta la tradizione e la storia della sartoria napoletana nel mondo. Come si resta fedeli alla tradizione e alle proprie radici competendo in un mercato globale?
Credo che la chiave per restare fedeli alla tradizione e competere nel mercato globale sia proprio nella valorizzazione delle proprie radici. La nostra forza risiede nella capacità di coniugare la tradizione sartoriale napoletana con le esigenze del mercato contemporaneo. Questo si realizza facendo leva su tre asset fondanti: mantenere intatta la qualità artigianale, investire nell’innovazione, comunicare la nostra storia e i nostri valori. La nostra sartoria continua a utilizzare le stesse tecniche e gli stessi materiali di alta qualità che hanno reso celebre la sartoria napoletana nel mondo. Siamo aperti all’innovazione e alla sperimentazione, senza mai tradire la nostra identità. Raccontiamo la storia della nostra sartoria e trasmettiamo con orgoglio i valori che ci guidano, creando un legame emotivo con i nostri clienti.
Tre aggettivi per descrivere il suo stile, altrettanti per il suo carattere.
Il mio stile, che è anche lo stile della sartoria Dalcuore, nonché parte del mio modo di essere, può essere definito decisamente maschile, coerente ed all’avanguardia.
Cosa non manca mai nella sua valigia?
Un abito Dalcuore, una camicia e una cravatta napoletana. E non dimentico mai il taccuino con gli indirizzi dei ristoranti dove si mangia bene (ride, nrd).
Ha un motto?
Se vuoi qualcosa devi imparare a combattere per averla. Anche a costo di sbagliare.
Quale è il suo sogno nel cassetto?
Non c’è nulla di più bello che concedersi la libertà di sognare ad occhi aperti. I cassetti sono fatti per conservare i ricordi!
Qual è l’ultima cosa a cui pensa la sera prima di spegnere la luce.
Non abbiamo fatto ancora abbastanza, dobbiamo e possiamo fare di più per Napoli, per la Campania e per l’Italia intera.
di Marta Coccoluto
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